BELLEZZE DI CALABRIA: TRA GLI ANTICHI PALAZZI DI POLISTENA

Subito dopo il terremoto del 1783, la cittadina di Polistena fu prontamente ricostruita su progetto dell’architetto Pompeo Schiantarelli. Venne realizzato un interessante impianto urbanistico nell’area alta detta “Evoli”, in parte già proprietà del feudatario, dove vennero costruiti importanti palazzotti gentilizi nei cui imponenti frontespizi spiccarono motivi floreali, festoni, volute, balconi panciuti spagnoleggianti e vistosi portali scalpellinati in pietra granitica locale al centro della cui chiave di volta figurò, quasi sempre, una maschera apotropaica, quasi a voler scacciare l’ombra di quel male che tanto danno aveva provocato. Una realtà, quindi, di arte e architettura che splende da centinaia di anni.

Partendo dal Palazzo Valensise, già Convento dei Domenicani, di cui si vedono le sottostanti mura cinquecentesche, vi si potranno ammirare: l’architettura del serrese Biagio Scaramozzino, la Cappella privata voluta dal Vescovo Valensise per ricordare l’antica Chiesa del Rosario e la statua di Cristo Risorto, opera di Francesco e Giovanni Morani. Salendo ci si troverà di fronte ad una vera e propria griglia urbana di blocchi quadrati al cui interno spiccano le corti e, spesso, anche i giardini. Ed ecco, sulla via Valensise i Palazzi Sofrè, Montiglia (oggi Ammendolea); nella Piazzetta Garibaldi, ove un triangolo verde con vasca, mette in evidenza il Palazzo Jerace; nella via Conte Milano, i Palazzi: Avati, quello del barone Rodinò (oggi Napoli); nella via Mazzini, il Palazzo Sigillò (futura casa della cultura che ospiterà la biblioteca e il museo); nella Piazza del Popolo con il Monumento ai Caduti di Francesco Jerace, quello dei Milano (oggi Riario Sforza, nel cui atrio spicca la statua secentesca di Giacomo Milano di Giuseppe Gallo), con il dirimpettaio Palazzo del Marchese Avati, al cui interno vi sono le opere dello scultore Giuseppe Renda e quello degli Zerbi (oggi Jemma); nella via Veneto, superati i ruderi del Palazzo Tigani, già cenacolo di arte e cultura, si trova il Palazzo Lidonnici-Rodinò (oggi Cavatore-Ammendolea) e quello Grio.

Quasi tutti, assieme ai tanti altri che il visitatore scoprirà addentrandosi nelle viuzze, sono attrezzati del proprio oratorio privato che veniva concesso con Breve Pontificio.

Tratto da: Polistena –Storia , arte  e cultura (Laruffa editore 2003)