Serra San Bruno è una delle più ridenti della provincia di Vibo Valentia, per la sua posizione a 800 metri sul livello del mare e le caratteristiche di centro alpino, con le tipiche casette a balconcino e le scalette esterne di ogni tipo, circondate dall’imponenza degli alti monti dell’appennino calabro.

Qui, per volontà del Papa Urbano II, nel 1090 giunse San Brunone da Colonia, un umile religioso che amava abitare i luoghi più deserti e solitari della terra.

A Serra, infatti, edificò, in mezzo ai boschi avuti in dono dal Re Ruggero il Normanno, una Certosa che fu la prima del genere in Italia.

Distrutta da un terremoto nel 1783, venne riaperta solamente nel 1856, ma i lavori di ricostruzione si protrassero sino al 1900.

A tre chilometri della Certosa si incontra la chiesetta di Santa Maria dell’Eremo, immersa in un suggestivo bosco di abeti dove si trova la grotta del santo con le sue spoglie mortali. In una zona sottostante si trova il laghetto dei Miracoli, alimentato da una sorgente apparsa improvvisamente per permettere al santo di bagnarsi nelle sue gelide acque e spegnere così le forti tentazioni che lo assalivano.

Il primo lunedì dopo Pentecoste si tiene ogni anno una processione con il busto argenteo del santo, portato dalla chiesa Matrice di Serra a quella di Santa Maria nel bosco. Partecipano a questa sacra cerimonia fedeli provenienti da agni parte della provincia, vestiti dei loro abiti migliori: le donne con indumenti di seta, di raso e di velluto scuro; gli uomini con completi di fustagno od orbace.

Queste persone accompagnano al laghetto alcuni spiritati che vengono subito immersi nello specchio d’acqua per essere esorcizzati.

Benché la pratica non sia molto approvata dalla Chiesa, i fedeli di San Brunone credono, in questo modo, di aiutare i loro confratelli e parenti a liberarsi dallo spirito maligno.

Tratto da STORIE E LEGGENDE CALABRESI di Vincenzo Musca

 

 

Di US1