PARCO NAZIONALE D’ASPROMONTE, CULTURA E TRADIZIONI

L’Aspromonte è stato popolato fin dalla preistoria e ha visto il succedersi di popoli diversi parte del cui patrimonio culturale rimane ancora oggi vivo nelle tradizioni, nell’architettura e nell’arte.

Nella vallata dell’Amendolea, a Gallicianò, Roccaforte del Greco, Roghudi, Amendolea e Bova si sente ancora parlare il dialetto grecanico, residuo di una occupazione avvenuta in epoca antica. I Greci in quest’area posero insediamenti stabile con una ricca rete di commerci che permise la diffusione della loro lingua nell’entroterra, dando vita ai nuclei di popolazione che ancora oggi parlano un dialetto che discende dal greco antico. In queste aree si diffuse anche il rito cristiano ortodosso, sotto il controllo di Bisanzio, che diede vita ai numerosi siti monastici oggi visibili. Fu solo per iniziativa del pontefice Nicolò II, e dopo l’invasione normanna, che il rito ortodosso venne abolito. L’ultima volta fu celebrato a Bova nel 1573. Ancora oggi però le testimonianze di questa complessa cultura non sono scomparse e rimangono vive.

Per osservare le tracce degli antichi insediamenti è possibile visitare luoghi magnifici come le Rocche di San Pietro, vicino a San Luca, la Pietra Castello e la vicina Pietra Cappa. Bova assieme a Samo, Roccaforte del Greco, Bagaladi e Roghudi conservano ben visibile testimonianza della civiltà della Magna Grecia. A Bova c’è il castello normanno, dominante sulla costa del Mar Ionio e antiche chiese medievali e dimore patrizie. Gerace è un altro paese di ricche testimonianze architettoniche come il castello del XII secolo, le chiese di San Francesco e di San Giovannello e la cattedrale, le cui colonne sono state riutilizzate prendendole dai templi di Locri. Importanti reperti ellenici si trovano anche a San Giorgio Morgeto, assieme al castello medievale, alla chiesa di San Francesco e al Monastero di San Domenico, veri tesori artistici. Tra i numerosi santuari dell’Aspromonte, il più frequentato è il Santuario di Polsi, dove alla fine di agosto nei primi giorni di settembre si celebra la festa della Madonna della Montagna. La processione caratteristica e il folklore che anima i giorni della festa sono un tuffo in un misto di fede, sacralità ed antiche usanze pagane.

In Aspromonte è presente un ricco artigianato, segno del legame antico ancora vivo tra la popolazione e la terra. Con il legno si fabbricano oggetti di uso quotidiano in casa, nell’allevamento e nell’agricoltura, strumenti musicali, come tamburelli e zampogne dette “ciaramelle”. Con la radice dell’erica arborea si fabbricano abilmente le caratteristiche pipe. Pizzi e merletti sono realizzati con una tecnica tradizionale all’uncinetto e al tombolo soprattutto a Gerace, cittadina nota anche per i prodotti in ceramica. Localmente è ancora viva la fabbricazione tradizionale di ceste di vimini di castagno e di paglia.

Nei paesi dell’area grecanica, in particolare a Samo, sono prodotte le “pezzare”, stoffe variopinte realizzate al telaio, fatte da piccole strisce ricavate tagliando vecchi abiti in disuso. Sopravvive ancora la realizzazione di coperte fatte di ginestra, particolari e molto resistenti.

[Tratto da: Parchicard Calabria, guida ai servizi nelle aree protette 2007]

Vedi anche: TERRITORIO, VEGETAZIONE E FLORA, FAUNA, PRODOTTI TIPICI