Ricordo la fanciullezza quando, insieme ai compagni di giochi, ci si recava  nell’orto di nonno Mico a raccogliere quell’erba strana che cresceva tra le piante di peperoni, melenzane e pomodori per poi farne incetta “cunzata cu l’ogghiu e cu citu”.

porcellana

La porcellana, scientificamente conosciuta col nome di Portulaca oleracea (dal latino “piccola porta”) è una pianta erbacea particolarmente infestante appartenente alla famiglia Portulacaceae. Con foglie spesse, piatte o cilindriche dal gusto molto gradevole tendente all’acidulo, è diffusa fino ai 1500/1700 metri di altitudine. E’ facilmente riconoscibile, sembra proprio una pianta grassa e fino all’arrivo dei primi freddi viene raccolta allo stato selvatico (la si trova in campi, orti, prati e persino fra le crepe dei marciapiedi) o talvolta coltivata. Viene consumata come erba aromatica nelle regioni mediterranee per insalate, per preparare minestre, come ingrediente di frittate e ripieni  e si può conservare sottaceto o sotto olio dopo una brevissima bollitura.

Oggi possiamo dire che la porcellana viene “snobbata” ritenuta solo un’erba infestante non valutando le numerose proprietà terapeutiche grazie ai suoi componenti di cui è ricca quali carboidrati, mucillagine (in elevata percentuale), proteine, calcio, ferro, sodio, fosforo, acido ossalico, provitamina A, vitamina B1, B2, B3, B6, C ed E, saponina e omega 3 (utile per la cura e prevenzione delle malattie cardiovascolari). Il suo succo è dissetante, rinfrescante, antinfiammatorio, vermifuga, diuretico e depurativo, viene impiegata per curare dissenteria, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-parto. L’impacco di foglie di porcellana  può essere impiegato per contrastare la forunculosi, punture d’api ed eczema.

Di US1