BELLEZZE DI CALABRIA: TRA I VICOLI E I CATOI DI POLISTENA

Il primo nucleo abitato è da individuarsi nel fitto agglomerato di case ove insisteva l’antica Chiesa di San Marina (oggi sede INPS), perno principale attorno al quale si è andato sviluppando il successivo tessuto urbano. Il popolino si dovette adattare a ripopolare l’antico e autentico centro storico, ricostruendo alla buona, sia sulle vecchie “muraglie” che nel quartiere “Arco” (così detto per l’arco d’ingresso a ovest), o quello di “Santa Maria”, le case che furono dei veri e propri tuguri, ove non mancò, comunque, qualche imponente palazzo come quello dei Lidonnici nella via Polistena Vecchia. Il visitatore si troverà immerso in un’indefinibile atmosfera di inequivocabile sapore mediterraneo, di scalinate, vicoli, antri, terrazze, ponti, case, casupole, di edicole votive, di ruderi superstiti di qualche antico convento, di architetture povere, in una inestricabile successione. In quest’itinerario non è difficile imbattersi nella Casa dei “Jerace”, sul cui esterno vi è una lapide marmorea dedicata alla memoria del grande artista polistenese Francesco Jerace, ma che è anche il luogo dove nacquero: Vincenzo Luisa (scultore), Michelangelo (docente e studioso dell’educazione fisica) e Gaetano (pittore), o la Casa di Francesco Morani. Posta anche nella via Domenicani, mostra sulla facciata esterna un medaglione marmoreo di Francesco Jerace, raffigurante Francesco Morani. La casa è il simbolo di una famiglia, quella Morani, che espresse veri e propri geni nel campo della statuaria, della scultura e della pittura.

 

Tratto da: Polistena –Storia , arte  e cultura (Laruffa editore 2003)